Rendere visibili storie, personaggi, ma anche concetti astratti attraverso simboli, come fossero amuleti che svelano significati reconditi. Tutto questo serve a dare un senso e a rielaborare ciò che vedo e che mi ispira: non è un processo che si concilia bene con la vita quotidiana di oggi, ma è mi è necessario per non implodere nella mia intimità.
Mi ispira l’arte medievale sacra e cortese dalle vetrate delle cattedrali gotiche ai codici miniati, la pittura dei primitivi fiamminghi e italiani, le icone russe, i mosaici bizantini, i tarocchi, l’iconografia esoterica, gli ex-voto, ma anche l’arte visiva degli anni ’20-’30.
L’illustrazione e l’arte contemporanea mi interessano moltissimo, ma non m’ispirano altrettanto. Per creare cose nuove ho bisogno di guardare più indietro.
Disegno per chiarirmi le idee e mi accorgo di come i pensieri, che inizialmente sono associazioni d’idee spontanee su un determinato argomento, emergono ancora meglio a cose fatte, unendo i puntini dei tanti simboli racchiusi nell’illustrazione.